Smise di leggere il libro e si voltò. L’ombra, che osservò per un istante, scomparve. Non seppe decifrare quel momento sospeso. Si alzò ed entrò in casa.
Un tuono annunciò l’arrivo della pioggia. Dopo settimane di brutto tempo era proprio quello che ci voleva per risollevare il morale.
L’ombra era ancora lì, ma ora più vicina al giardino. Il cane dei vicini iniziò ad ululare. Un lampo squarciò il cielo. Un boato tremendo scosse quel piccolo pezzo di mondo, raccolto nell’anonima esistenza dei paesi posti in disparte.
Dentro la casa l’uomo ebbe il sospetto che qualcosa stesse accadendo, ma non riuscì a raccogliere la lucidità necessaria per pensare in maniera razionale.
Nel frattempo l’ombra si avvicinò alla casa. Il cane dei vicini continuò col suo ululato denso di un timore arcano. La pioggia iniziò a precipitare.
Ora l’uomo era seduto nella piccola cucina di quello che un tempo era il regno di sua moglie. Davanti a una pietanza insapore preferì bere del vino da quattro soldi. Al primo bicchiere ne seguì un secondo, e poi un terzo. La bottiglia ben presto si prosciugò, come l’anima dell’uomo che ora giaceva ubriaco col viso appoggiato al tavolo.
Una storia di solitudine, come ne esistono tante. Una storia di dolore, dettato dalla perdita dell’amore di una vita. Una storia in sordina, tra le quattro mura di una casa ormai inutile.
L’ombra era ora accanto al vivente, che sobbalzò un attimo nel sonno alcolico.
Il mattino seguente fu un giorno come un altro. Unica differenza la morte di un uomo che altro non desiderava dalla vita se non di ritrovare ciò che aveva perduto per sempre.
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